2023_ La Stampa
Piemonte
Testo di Vincenzo Amato
Ad Armeno le opere di Gorini, la “signora delle ninfee”.
Il personaggio.
Si divide tra il lago D’Orta, dovè nata e Milano, la metropoli dove vive e insegna. Ma il suo mondo è quello delle ninfee, i fiori delicati dai quali lei considera l’inno alla vita e un miracolo della natura.
Monica Gorini, poliedrica artista omegnese, ha dedicato alle ninfee anni di studio, pubblicazioni in cui emerge l’interesse scientifico da quello poetico e decine di opere d’arte, quadri e installazioni dove i riflessi cromatici, i giochi di luce, si mescolano con l’ambiente circostante. Gorini ha esposto in Italia e all’estero e in questi giorni di fine estate ha scelto di portare le sue opere ad Armeno , nella settecentesca casa Badanelli Donati, utilizzando gli ambienti storici del palazzo e soprattutto lo spettacolare giardino con alberi secolari in cui ha inserito le sue colorate installazioni. Il risultato è quello di scoprire come oggetti d’arte moderna “dialogano” con il verde che le circonda. I codici del giardino è il titolo della mostra che verrà inaugurata oggi alle 18 con l’intervento di Maria Grazia Cereda e Lorella giudici ed una performance di danza con Iolanda Cappelletti. La mostra è aperta tutti i giorni dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19 sino al 2 settembre. “Raramente ad un’artista capita di trovare il luogo adatto dove esporre – nota Monica Gorini, Angela Fumagalli e Gianni Enrico mi hanno messo a disposizione la loro splendida dimora dandomi la possibilità di creare composizioni in cui il loro giardino, i rami degli alberi si trasformano in un’opera unica e il visitatore diventa anche lui parte integrante.” L’ispirazione alle ninfee è nella riproduzione dei colori che Gorini elabora facendole diventare totem riflettenti o in tasti di un immaginario pianoforte in cui i colori diventano note musicali. In questo suo modo di esprimersi l’artista omegnese si è ispirata al jardin d’eau di Giverny, in Normandia.